venerdì 7 ottobre 2011

Benvenuti in officucina.

Bella foto, quella del sottotitolo.
Non è scaricata da Internet, non è di un fotografo famoso.
Significa molto, comunque: l'ho scattata in un polveroso ristorante di Shalateen, quasi in Sudan e rappresenta - per me, almeno - il senso del cibo.
Un brodo di cammello e patate con poco pomodoro.
Molto per chi vive laggiù, moltissimo per chi ha avuto la fortuna di assaggiare e condividere il sapore di quei piatti.
Spero che sia di buon auspicio per questa avventura: non conta il mezzo con cui si parte, conta piuttosto il luogo che si vuol raggiungere. E con chi si viaggerà.
Mi piacerebbe sapere che ne pensate.

2 commenti:

  1. Sarà un onore condividere questa nuova esperienza umana e culinaria con un maestro vero, che apprezzo anche in questa versione.
    Adelante!
    Un abbraccio

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  2. Ciao Psycook! Sono stato a Shalateen a luglio di quest'anno...un posto alla fine del mondo, dove convergono dal Sudan mandrie di cammelli che verranno comprati dagli egiziani del Nord per essere macellati sui mercati dell'intero Magreb. Sulla piazza del mercato i cammelli aspettano accucciati sotto il sole la loro sorte. E sono spaventati a morte quando li caricano sui camion, loro che sono cresciuti liberi nel deserto. La loro carne è gustosa e priva di grassi. E costa pochissima acqua produrla. Ci dobbiamo pensare per il futuro del Pianeta: produrre un chilo di manzo significa far fuori un sacco di risorse. Un kg di cammello si produce con un po' di arbusti e con poca acqua fangosa che una mucca svizzera disdegnerebbe.

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